Ogni mattina una recruiter (in particolare quella che scrive), si sveglia e sa che dovrà decifrare curriculum criptati, tradurre lettere motivazionali come se fosse una versione di latino e cercare le informazioni come preziosi tartufi. Selezionare i candidati perfetti per posizioni lavorative di livello può essere stressante, per il grande senso di responsabilità, ed è faticoso, per la quantità di ricerche che bisogna condurre in parallelo.
Per fortuna, sfogliare CV e profili Linkedin può regalare alcune perle che, diciamocelo, non sono molto rassicuranti e appropriate, ma simpatiche.
Una volta, per esempio, sono incappata in un CV inviato per una posizione aperta per un Quality Manager. Questo tipo di mansione richiede specifiche competenze, perché prevede il controllo della qualità (per esempio controllare che le nocciole di Alba utilizzate nella Nutella siano effettivamente di Alba e non di Addis Abeba). Immaginate il mio stupore nel leggere che il candidato tra le prime frasi aveva tenuto a scrivere “so guidare il muletto”. Interessante. Oppure, per una posizione aperta per un Executive Manager (un Dirigente, per capirci), tra le esperienze lavorative di un candidato mi sono trovata a leggere che la più recente, in corso addirittura, era, cito testualmente, “Posizione: Papà – Luogo: paternità”. Tutto a posto. Memorabile è stata anche la presentazione, prima riga per essere precisi, del profilo LinkedIn di un candidato: “sono disoccupato, lavoro presso nessuno e ho la terza media”. Ok.
Qualsiasi sia la strada che si decide d’intraprendere, arriva sempre il momento cruciale e tanto temuto del CV. Ebbene, dopo qualche anno di esperienza nelle risorse umane come recruiter, è giusto che io condivida con voi (senza troppi peli sulla lingua) gli 8 errori da non fare nella compilazione del CV e, più in generale, nell'invio di una candidatura.
1. IL RIASSUNTONE.
Tante aziende chiedono la lettera motivazionale allegata al CV e qui c’è un passaggio importante: dev’essere concentrata su di voi, sulle vostre passioni e su come vi percepite all’esterno. Nessuno, ripeto, nessuno, vuole un riassunto delle vostre esperienze professionali, perché per quello c’è già il curriculum. Se poi deciderete di usare lo stesso questo spazio per parlare (di nuovo) dei vostri lavori, poi non lamentatevi se l’HR di turno gioca a basket con la vostra “motivazione” accartocciata.
2. L’AUTOBIOGRAFIA.
Che siate neo-diplomati/laureati o con 1-3 anni di esperienza, mi raccomando, non superate la pagina di lunghezza. Perché? Perché non state facendo la lista della spesa e soprattutto siete delle risorse junior ancora, quindi il messaggio deve passare rapido e indolore.
3. IL NECROLOGIO (o, in alternativa L'EUROPASS).
Gli HR leggono un quantitativo di candidature che voi umani non potete nemmeno immaginare: cercate di usare un po’ la fantasia e create un CV accattivante, che salti all’occhio, ma che soprattutto sia intuitivo! Immaginatevi, infatti, i recruiter come essere mitologici, che usano la vista stile Superman, andando subito a vedere ciò che più interessa loro, mail, numero di telefono, foto e ultima esperienza lavorativa (se presente); tutto il resto, ahimè, è superfluo ma non per questo siete autorizzati a non curare il curriculum in ogni minimo particolare.
4. INFLUENCER.
Arriviamo a un altro punto cruciale: la foto. Voi direte “va beh la taglio, poi la strizzo, ci metto i filtri di Instagram, aspetta metto questa che si vede un po’ meglio il trucco/la camicia/i capelli, no ma questa qui è meglio perché rispecchia il mio lato migl……..” NO. La foto dev’essere professionale, con il viso rivolto esattamente verso l’obiettivo, senza cappelli, guanti, occhiali da sole od ombrellini da cocktail.
Ricordatevi sempre che è il vostro portfolio, ciò che voi presentate all’Azienda per cui vi candidate. E qui non si scherza. Sono stati eliminati diversi CV per una foto in cui la candidata aveva la mano davanti alla faccia per ostentare finta timidezza, oppure per il Fantozzi di turno che si fa la foto con la canottiera bianca della salute. Quindi mi raccomando!
5. TUTTOLOGIA.
Mettete solo le esperienze che effettivamente sono utili per l'offerta di lavoro alla quale vi siete candidati. Per noi sapere che siete bravi a giocare a calcio con un piede solo o che sapete cantare le canzoni di Gianni Morandi al contrario, è poco utile.
6. IL FORMATO.
Il CV deve essere in PDF. Non modificabile. Né evidenziabile, né sovrascrivibile. Il massimo che gli HR possono fare con il vostro CV dev’essere un aeroplano di carta o una barchetta, a seconda dei gusti. Perché dico questo? Perché ho ricevuto, ricevo e so che riceverò tanti, troppi, curricula in Word. E io così posso scrivere che voi siete i re di Agrabah (o dovrei dire sultani?) o che magari giocate al mini golf quando andate in bagno e la ritenete una skill per un ottimo team management! E a parte questo, non è professionale, lascia trasparire trascuratezza e poca attenzione al dettaglio. Diciamo che potreste essere giustificati solo se foste dei Manager da minimo 10 anni!
7. PICASSO.
Non utilizzate caratteri strani per scrivere i vostri dati. Deve essere sì accattivante, ma anche di facile lettura. Niente stili gotici o dark o delle Barbie. Già abbiamo così tanto che ci complica la vita e che ci fa incrociare gli occhi!
8. MESSAGE IN A BOTTLE.
Quando finalmente siete giunti alla fine di questo calvario (perché ammettiamolo, lo è), spesso allegate il CV a una mail. Senza niente. ENNNNÒ! È importante l’oggetto e soprattutto è ben gradita una piccola (piccola!) presentazione sul perché ci state scrivendo e chi siete.
Anche se tante regole potrebbero spaventare, redigere il proprio CV non è poi così drammatico: si tratta di rappresentare nero su bianco (ma anche un po’ a colori) la migliore versione di sé. Seguendo questi consigli e usando tanto buon senso, è possibile realizzare documenti efficaci che vi aiutino a far capire all'azienda di essere esattamente la persona che cercano.
Dal mondo matto degli HR per adesso è tutto!
A pra foco! (←ah, PS: anche gli errori grammaticali non sono apprezzati!)
scritto da...
Alessandra Toso è dottoressa in psicologia con un Master di II livello presso la Scuola Nazionale Peritale.
Lavora da alcuni anni come HR Recruiter, mondo risorse umane e si occupa di ricerca e selezione di profili middle ed executive management.
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